Glorit-A

L’unico procedimento non inquinante per il consolidamento e la stabilizzazione dei terreni.

Pavimentazioni in terra stabilizzata per la realizzazione di piste ciclabili, percorsi pedonali, strade rurali, stradelli boschivi, percorsi in parchi e giardini, viabilità cimiteriale, impianti sportivi, aree giochi, parcheggi, campi da golf, piazzali, siti archeologici.

INFO E CARATTERISTICHE GLORIT-A

Nell’ambito della formazione di sovrastrutture stradali sono possibili interessanti economie di inerte lapideo ricorrendo alla creazione di strati di fondazione e base in terra stabilizzata. Stabilizzando il terreno si evita o si limita l’impiego di misto granulare, creando una sovrastruttura con uno strato a portanza dimensionata in funzione delle sollecitazioni dinamiche e statiche che dovrà sopportare la futura strada o via di circolazione.

NOTA TECNICA INFORMATIVA

VOCI DI CAPITOLATO

Procedimento di miscelazione in impianto fisso o mobile

1.1 preparazione del sottofondo esistente, rullato e portato in quota come da progettazione richiesta.

1.2
preparazione dei materiali da miscelare: stabilizzato 0-30 con l aggiunta di terra in ragione del 30/40%, cemento, Glorit/A, nelle seguenti modalità: per ogni metro cubo d’impasto dosi di cemento 130/150 Kg. Tipo Portland 325/425, 1 kg di catalizzatore Glorit/A diluito nella quantità necessaria all’umidità ottimale dell’impasto (es. 80/100 lt. per terreni asciutti, 20/40 per terreni umidi).
L’impasto dovrà successivamente essere steso per lo spessore richiesto dalla progettazione (es. cm. 10). Pertanto, con le suddette quantità, ogni m³ di impasto produrrà circa 10 m² di pavimentazione finita.

1.3
alimentazione della centrale di mescolamento mediante pala caricatrice, nastri convogliatori o altro, della terra da stabilizzare.
Le centrali potranno essere di tipo fisso, mobile, autobetoniere, benne miscelanti o altro tipo d’impianto atto a miscelare.

1.4
aggiunta del legante idraulico, dell’acqua e della soluzione Glorit/A nelle proporzioni fissate dalla progettazione preliminare ed infine miscelazione effettuata dalla centrale.

1.5
trasporto della miscela sul luogo d’impiego con autocarri, pala o betoniera.

1.6
stesa e sagomatura dei materiali premiscelati, mediante livellatrice o, meglio ancora, mediante vibrofinitrice; ed infine costipamento con macchine idonee da scegliere in relazione alla natura del terreno, in modo da ottenere una densità in sito dello strato trattato non inferiore al 90% o al 95% della densità massima accertata in laboratorio con la prova AASHTO T 180.

CARATTERISTICHE DEL GLORIT

Composizione chimica: il prodotto è costituito da una miscela di sali inorganici, carbonati di sodio e potassio, cloruri di sodio, potassio, calcio, magnesio, ferro e alluminio ed altri componenti. 

L’azione del GLORIT si esplica:
· Eliminando le sostanze organiche attive
· Allentando le forze di coesione intergranulare
· Omogeneizzando la miscela terra-cemento
· Limitando notevolmente gli effetti deleteri derivanti dal ritiro del cemento durante la sua presa e dall’azione meteorica del gelo-disgelo sullo strato già indurito 

Nei terreni umici e torbosi le pellicole organiche che avvolgono i microgranuli assorbono gli ioni liberi di calcio ostacolando l’idratazione del cemento. La soluzione acqua-GLORIT rimuove le pellicole organiche attive dai granuli di terra consentendo una soddisfacente presa intergranulare derivante dall’azione del cemento disperso nella terra da trattare. 

GLORIT attiva anche la reazione degli ioni allineando e stabilizzando altresì i granuli di terra. 

Durante questi processi, i granuli di terra vengono successivamente sciolti, dispersi ed infine addensati in un insieme compatto che aumenta l’effetto cementante del legante idraulico e la densità finale dello strato; in altri termini questi effetti si traducono nella miglior coesione possibile tra i granuli che compongono la terra da trattare. 

La diffusione della soluzione acqua-GLORIT fa sì che ogni composto chimico possa partecipare nel modo migliore e più veloce alla reazione chimica che si viene a svolgere nello strato stabilizzato a cemento. L’omogeneizzazione rappresenta un fattore di sicurezza apprezzabile che determina un’uniforme resistenza alla sollecitazione dell’intero strato trattato. 

Il GLORIT esercita una graduale e calibrata azione ritardante durante la presa che ostacola la formazione di lesioni di ritiro. Considerando anche l’ottimo assetto dei granuli e l’uniformità dei legami intergranulari che tende a stabilire il cemento, difficilmente si verificano negli strati di terra trattati con cemento e GLORIT le deleterie lesioni imputabili a fenomeni di ritiro connesse all’indurimento. 

I deterioramenti provocati dal gelo e disgelo sono molto meno rilevanti grazie all’azione del GLORIT che determina nel terreno trattato un aumento di permeabilità tale da impedire il formarsi di contenuti d’acqua suscettibili all’azione distruttiva del gelo e disgelo.

Le caratteristiche del prodotto GLORIT sono state sperimentate in laboratorio e in fase di costruzione d’importanti opere d’ingegneria civile da oltre un decennio in Giappone. 

In Europa il prodotto GLORIT ha avuto da tempo una notevole diffusione soprattutto in Germania e Svizzera; La Sezione Costruzioni Stradali dell’Università di Karlsruhe ha eseguito una sperimentazione esemplare come verifica delle proprietà del GLORIT. 

L’impiego del GLORIT ha trovato in Europa una idonea collocazione come succedaneo tecnicamente ed economicamente valido di leganti bituminosi per la formazione di pavimentazione di strade rurali o secondarie in complessi residenziali e industriali a traffico leggero e d’intensità limitata oppure come trattamento per riqualificare un terreno in posto di sottofondazione mediocre in strato di fondazione idoneo a sopportare un esercizio a traffico intenso e pesante. 

E’ stata anche apprezzata da Amministrazioni pubbliche e private l’opportunità di poter porre in opera vie di circolazione che potremmo definire “ecologiche”, in cui la pavimentazione è ottenuta trattando con quantità adeguate di cemento e GLORIT il terreno naturale in sito. 

MODALITA’ DI POSA IN OPERA 

L’operazione fondamentale nell’eseguire una stabilizzazione ben fatta è la formazione della miscela costituita dai seguenti componenti: terreni sabbiosi, limosi, argillosi, misti granulari a granulometria continua e discontinua che possono essere proficuamente trattati direttamente in posto oppure in centrale fissa quindi trasportati in autocarro ribaltabile o autobetoniera sul luogo della posa in opera. 

Una classificazione preliminare dei materiali da stabilizzare dovrebbe essere eseguita in laboratorio, in conformità alla Norma del CNR-UNI numero 10006, per orientare la formulazione di un processo ottimale; cemento di tipo 325 Portland, pozzolanico o d’altoforno. 

Il dosaggio di cemento varierà, in funzione del terreno da trattare e del tipo d’esercizio del piano viabile, tra 100 kg e 150 kg per metro cubo di inerte; acqua esente da impurità dannose, olii, acidi, alcali e qualsiasi altra sostanza nociva alla presa del cemento. La qualità totale d’acqua della miscela ( umidità del materiale da trattare più acqua aggiunta ) sarà quella corrispondente all’umidità ottima di costipamento determinata in laboratorio ( B.U. del CNR n. 67 ) con procedimento AASTHO standard oppure AASTHO modificato; si consente una tolleranza massima di ± 2 % sulla massa totale della miscela; stabilizzante GLORIT che sarà posto in soluzione nell’acqua di aggiunta in ragione di kg. 1 in massa per metro cubo di terreno da trattare; miscela le cui percentuali esatte di cemento e d’acqua saranno stabilite in relazione alle prove di resistenza su miscele sperimentali effettuate preventivamente presso un Laboratorio Prove materiali a cui dovrà essere inviato un campione del cemento da impiegarsi unitamente a campioni rappresentativi del materiale o dei materiali da trattare. 

Sarà fissata in laboratorio la formulazione definitiva che consentirà di conseguire una resistenza a compressione della miscela indurita, a 7 giorni di stagionatura, non minore di 2,5 Mpa e non superiore a 7,5 Mpa in osservanza ai criteri progettuali ( B.U. del CNR n. 29 ). 

I procedimenti di stabilizzazione con cemento e GLORIT si possono distinguere a seconda del luogo e del modo come avviene la miscelazione in procedimenti “in sito con macchinario frazionato” e “mescolando in centrale fissa e trasporto e posa in opera con macchinario complementare”. 

Il mescolamento in sito mediante macchinario frazionato è particolarmente economico e vantaggioso per stabilizzazioni di terreno naturale e prevede l’impiego di macchine distinte per l’esecuzione delle varie operazioni che dovranno essere svolte nel seguente ordine: dopo aver asportato la possibile vegetazione superficiale, sul terreno livellato, in condizioni metereologiche favorevoli, sarà steso uniformemente lo strato di cemento, corrispondente al dosaggio definito dai Tecnici mediante idonea spanditrice, oppure, per lavori di ridotte proporzioni, mediante spandimento manuale; a tempi serrati verrà operato il mescolamento del cemento steso con il terreno da trattare mediante macchine specifiche ( pulvimixer, erpici a dischi o similari ) sino alla profondità prefissata ( usualmente cm 20 ). 

Al termine delle operazioni di miscelazione dovranno essere accertate con la massima rapidità l’umidità del terreno per consentire la corretta aggiunta d’acqua e l’aspersione della soluzione acquosa contenente GLORIT, a cui seguirà immediatamente un accurato rimescolamento dello strato per opera dei mezzi sopra citati; ultimata anche la profilatura finale mediante livellatrice o altro mezzo atto a sagomare, infine si procederà al costipamento con macchine idonee ( rulli vibranti, gommati od a punte ) da scegliere in relazione alla natura del terreno, in modo da ottenere una densità in sito dello strato trattato non inferiore al 90 % od al 95 % della densità massima accertata in laboratorio con la prova AASTHO T 180. 

La scelta del grado d’addensamento da adottare verrà fissata preliminarmente in fase di progettazione in funzione del futuro esercizio della pavimentazione e con lo stesso criterio verranno prescritti i valori dei Moduli di Deformazione ( Md ) da rilevare sullo strato finito dopo almeno una settimana di stagionatura che dovranno essere superiori a 200 oppure 400 N/mm² nell’intervallo di carico tra 0,15 Mpa e 0,25 Mpa oppure tra 0,25 Mpa e 0,35 Mpa, in funzione del livello strutturale ( fondazione o base ), operando in conformità alle prescrizioni B.U. del CNR n. 146. 

Il mescolamento in centrale fissa conviene allorquando tutta o la maggior parte del materiale proviene da località esterna al cantiere o per lavori di notevole rilevanza tecnica ed estetica, per i quali l’ entità del finanziamento consente l’impiego di inerti pregiati e di un parco-macchine più vasto e specifico. 

Le successive operazioni svolte e le macchine impiegate sono le seguenti: alimentazione della centrale di mescolamento dell’inerte esaminato e prescelto in laboratorio mediante autocarri, pala caricatrice, predosatori, nastri convogliatori; aggiunta del legante idraulico, dell’acqua e della soluzione acqua-GLORIT nelle proporzioni fissate dalla progettazione preliminare ed infine miscelazione effettuata dalla centrale; raccolta della miscela entro tramoggia di deposito; trasporto sul luogo di impiego della miscela con autocarri o autobetoniere; stesa e sagomatura del materiale stabilizzato mediante livellatrice o meglio ancora mediante vibrofinitrice ed infine costipamento con rullo vibrante.

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